ieri è stata una giornata emozionante.
Dopo la semina, e alcuni mesi di attesa, finalmente abbiamo mietuto il grano. Ci aspettavamo (Giuseppe, Fausto ed io) un raccolto un po’ più generoso, abbiamo ottenuto poco più di dieci quintali di grano duro “Senatore Cappelli”. Ma sapevamo anche che la resa della produzione totalmente naturale non è altissima.
Ieri pomeriggio, insieme ad alcuni amici, che hanno condiviso il progetto “Il seme che cresce” sin dall’inizio, abbiamo trasformato un pò del nostro grano.
Grazie a Renato si è individuato un antico mulino a pietra, (la gentile proprietaria ci raccontava che da oltre 150 la sua famiglia lo gestisce), nel comune di Fiumefreddo (CS).
Grazie anche all’aiuto di Vittorio e Stefano (e Sofia), ci siamo recati al mulino con 35 chili di grano per farlo macinare.
Non avevo mai visto all’opera un mulino, né tantomeno un mulino ad acqua. Eccezionale vedere tutte quelle macchine in movimento ad “impatto ambientale zero”.
“I nostri vecchi erano spiarti”, mi diceva ieri il proprietario del mulino, mentre il grano pian piano scendeva sotto le grandi macine di pietra e, dopo un tortuoso cammino, si divideva in tre sacchi: il primo si riempiva di bianca farina, il secondo di semola, e il terzo di crusca.
Dopo circa due ore il grano è tutto trasformato.
Decido di pesare i tre sacchi, abbiamo ottenuto: 20 chili di farina, 9 di crusca e 6 di semola.
In effetti tutta l’operazione è stata un po’ lenta, ma non avevamo fretta, per noi è importante fare un prodotto buono.
Dopo aver salutato e ringraziato i mugnai di Fiumefreddo, con il nostro cofano pieno, ci fermiamo a casa di Stefano.
La parte più emozionante è stata quando Rossella e Stefano, in pochi minuti, impastano la farina appena ottenuta e realizzano tagliatelle freschissime (e buonissime).
Mi auguro che tutte le idee venute fuori in questi mesi (laboratorio di panificazione, della pasta, la birra), con il nostro grano, si possano realizzare.
Chiunque volesse ordinare la farina sfusa, può farlo sin da adesso, scrivendo al sottoscritto. Le quantità non sono tante per cui successivamente si deciderà come ripartire tutta la farina ottenuta.
Vi terremo informati su tutto.
Saluti.
Mario
Progetto “Il seme che cresce”